Giustizia... sia fatta!

OBIETTIVI
Fermare lo straripamento della giurisdizione

DESCRIZIONE
Va arrestato il progressivo processo di erosione del ruolo normativo del Parlamento per opera del ritenuto ruolo di supplenza che viene esercitato soprattutto dalla c.d. “magistrature superiori”

TIMING
Entro il 30.06.2023

Riformare la formazione dei magistrati

La riforma in corso della giustizia è l’occasione per porre mano a un percorso di formazione per l’accesso alla funzione giudicante, ma anche agli uffici direttivi, dei magistrati per saper coniugare la conoscenza tecnica, con la capacità di attenzione al caso concreto. Va perciò revisionato il concorso per magistrati, con l’introduzione di modalità garantite di verifica non soltanto della preparazione, bensì pure della maturità fisico-psichica.

Entro il 31.12.2023

Separare le funzioni e quindi le carriere

Il Parlamento deve disciplinare una netta distinzione fra le funzioni inquirenti e giudicanti, a tutela della centralità della persona cui tutte le fasi processuali devono essere funzionali. La riforma ha peraltro anche bisogno di una modifica costituzionale, per evitare che i P.M. eletti nel C.S.M. continuino a occuparsi della carriera dei giudici, e viceversa 

Entro il 30.06.2023

Un nuovo giudizio disciplinare

Il giudizio disciplinare deve essere eliminato dalle competenze del C.S.M., per affidarlo a un giudice nominato con criteri oggettivi, come ipotizzato addirittura la Bicamerale D’Alema

Entro il 30.06.2023

Adeguare gli organici, stabilizzando

È improcrastinabile l’adeguamento quantitativo degli organici dei magistrati e del personale di cancelleria, oggi mediamente pari alla metà degli organici degli altri Paesi UE. Allo scopo, vi sono adeguate soluzioni di emergenza, come per es. favorire il transito in ruoli a tempo indeterminato di almeno una parte di quei 5.000 magistrati onorari, che invece, pur smaltendo non pochi procedimenti penali e civili, lavorano a cottimo e a tempo determinato

Entro il 30.06.2023

Non allontanare il Giudice dal “fatto”

La centralità della persona nel processo ha quale condizione la massima attenzione alla singola fattispecie. L’“ufficio del processo” previsto nella riforma in corso rischia di allontanare il Giudice dalla diretta conoscenza di ciascun “fatto” che gli viene sottoposto.

Entro il 30.06.2023

Detenuti: rieducare al lavoro e alle relazioni

Va invertito il neocentralismo che caratterizza l’attuale politica carceraria, con una rinnovata valorizzazione del ruolo che le associazioni e i corpi intermedi possono avere nel collaborare con le istituzioni penitenziarie nella rieducazione al lavoro dei detenuti, con grandi benefici in termini di aiuto alla persona, riduzione della recidiva e, con essa, della spesa carceraria.

Entro il 30.06.2023