Atto n. 4-00901
Pubblicato il 18 dicembre 2023, nella seduta n. 137
GASPARRI – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della salute. –
Premesso che:
in data 13 luglio 2018, il comitato nazionale di bioetica, in risposta ad un quesito sottoposto dall’Agenzia italiana del farmaco, ha elaborato un parere relativo all’eticità dell’uso del farmaco triptorelina per il trattamento di adolescenti affetti da disforia di genere; nel parere, il comitato, dopo aver delineato in sintesi i benefici e i rischi, avanza raccomandazioni ispirate alla cautela e alle valutazioni caso per caso, richiamando in particolare: la necessità che la diagnosi e la proposta di trattamento provengano da un’équipe multidisciplinare e specialistica; che il trattamento sia limitato a casi ove gli altri interventi psichiatrici e psicoterapeutici siano risultati inefficaci; che il trattamento preveda un consenso volontario e consapevole delle informazioni ricevute nelle specifiche condizioni fisiche e psichiche; che si preveda un’adeguata formazione del pediatra, della rete sociosanitaria di base e delle istituzioni scolastiche coinvolte su questi temi; il comitato raccomanda, inoltre, la predisposizione di studi di sicurezza, efficacia e follow-up fisico-psichico sui casi trattati e la previsione di una politica di accesso equo e omogeneo alla triptorelina, e all’AIFA di regolamentare le particolari condizioni di somministrazione del farmaco nella diagnosi della disforia di genere in adolescenza; i rischi indicati nel parere implicano conseguenze negative sulla crescita, sulla struttura ossea, sull’apparato cardiovascolare, sul cervello, sul sistema metabolico; con determina 25 febbraio 2019, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 2 marzo 2019, l’AIFA ha inserito, ai sensi dell’articolo 1, comma 4, del decreto-legge 21 ottobre 1996, n. 536, il medicinale nell’elenco istituito con provvedimento della commissione unica del farmaco, per le indicazioni terapeutiche indicate all’articolo 2 della determina, ai sensi del quale “Il medicinale di cui all’articolo 1 è erogabile a totale carico del Servizio sanitario nazionale per l’impiego in casi selezionati in cui la pubertà sia incongruente con l’identità di genere (disforia di genere), con diagnosi confermata da una équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l’assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva, nel rispetto delle condizioni per esso indicate nell’Allegato 1 che fa parte integrante della determinazione”; da notizie giunte all’interrogante risulterebbe che nell’ospedale “Careggi” di Firenze ai bambini di età media di 11 anni che vi si recano non venga fornita assistenza psicoterapeutica e psichiatrica e che nello stesso ospedale il reparto di neuropsichiatria infantile proprio non esiste; risulterebbe, altresì, che le valutazioni psicologiche sui bambini che arrivano all’ospedale Careggi avvengano principalmente sulla base di ciò che gli stessi riferiscono e che successivamente ai piccoli pazienti vengano iniettate le sostanze bloccanti della pubertà (primo passo del percorso di transizione), che impediscono sul nascere la crescita del seno e dei testicoli e bloccano il ciclo mestruale; è utile evidenziare, con sconcerto e preoccupazione, che l’Agenzia europea del farmaco ha autorizzato tali farmaci per uso veterinario; ad oggi non sono noti i danni che tali sostanze possano causare a lungo termine; in Italia, dove non esiste una legge per l’uso di questi farmaci, è in costante aumento il numero dei bambini che affermano di essere transgender: alcuni soffrono di disforia di genere, alcuni chiedono semplicemente di cambiare sesso e a giudizio dell’interrogante in troppi casi vengono accontentati; sembrerebbe che all’ospedale Careggi la spiegazione razionale di questa pratica medica è che con la pubertà bloccata i bambini hanno tempo di esplorare la loro identità di genere e decidere se proseguire il percorso di transizione,
si chiede di sapere:
se si sia a conoscenza di quanto rappresentato;
quali valutazioni si intenda esprimere in merito alla problematica esposta; se le pratiche mediche espletate nell’ospedale Careggi siano applicate anche in altri ospedali italiani; quali siano le determinazioni dei componenti del comitato di bioetica attuale, considerato che alcuni di loro erano presenti anche nel precedente comitato che ha approvato il parere del 13 luglio 2018 sopra richiamato; se si ritenga di valutare l’eliminazione della prescrizione della triptorelina dai farmaci dispensati a carico del servizio sanitario nazionale per la disforia di genere.