“ANDARE A VOTARE IL 12 GIUGNO E’ -COMUNQUE- UN SERVIZIO AL BENE COMUNE”.

Oggi, 7 GIUGNO 2022 a Roma, presso la SALA ZUCCARI – Palazzo Giustiniani, presso il Senato della Repubblica, via della Dogana Vecchia, 29- Roma, dalle ore 12 alle ore 13,30, il network di associazioni della Pubblica Agenda “Ditelo sui tetti (Mt 10,27)” -inaugurata lo scorso marzo alla presenza del cardinale Parolin (www.suitetti.org)-  ha proposto, assieme al “tavolo paritario di dialogo e di confronto”- un seminario di dialogo e approfondimento in occasione dei prossimi referendum dal titolo: “REFERENDUM del 12 giugno: FRA GIUSTIZIA E BENE COMUNE”.

Hanno dialogato con Cesare MIRABELLI, Presidente emerito Corte costituzionali, Giuseppe CRICENTI, consigliere Cassazione – docente di bioetica all’Università di Tirana, Alfredo MANTOVANO, consigliere Cassazione – vicepresidente del C. Studi Livatino, Andrea PRUITI CIARELLO, avvocato – Comitato «SI per la Libertà, SI per la giustizia», Cuno TARFUSSER, Procura Milano, già Vicepresidente della Corte penale internazionale.

«Quanto di maggior “giustizia” consentono i referendum? E in che misura partecipare o meno risponde al “bene comune”?» si sono chieste le associazioni dell’Agenda “Ditelo sui tetti” e del “Tavolo partitario di confronto e dialogo”.

«I relatori, di altissima levatura, hanno, da un lato, evidenziato la complessiva positività di alcuni quesiti -commentano in una nota gli organizzatori- specie con riferimento a quelli relativi al giustizialismo eccessivo della “legge Severino” o all’’inserimento di avvocati e docenti nei “consigli giudiziari” che valutano la carriera dei magistrati, e, dall’altro, hanno illustrato con franchezza e grande competenza anche i sensibili limiti di altre domande che troveremo nelle schede, specie con riferimento al tema sulla custodia cautelare. Dunque, i passi che i referendum consentiranno verso maggior “giustizia” sono o sarebbero di portata relativa, comunque necessitando sempre di un intervento importante del legislatore».

L’intervento del Presidente Mirabelli, poi arricchito su molti aspetti dai contributi fra gli altri di Mantovano, Cricenti, Tarfusser e Ciarello, ha preso atto di come il referendum si sia trasformato in una sorta di “sondaggio istituzionale” e “prometta più di quanto possa dare”, comunque ritenendo positivo l’aver innescato un “dibattito ampio” sui temi della Giustizia. E -ha aggiunto il Presidente emerito della Corte- un simile dibattito, “quale che sia l’esito referendario”, deve richiamare l’attenzione del Parlamento verso un’organica revisione dell’ordinamento giudiziario senza procedere con “la tecnica del rattoppo”, e ciò anche nel senso di una forte separazione delle funzioni inquirenti da quelli giudicanti seppur si dovesse mantener un contesto unitario. Inoltre, secondo Mirabelli il Parlamento dovrebbe profondamente riformare l’autogoverno dei magistrati pure preservando maggiormente i giudici non solo dalle interferenze da poteri esterni, ma anche evitando che gli stessi divengano “governati” dai loro stessi organi, a scapito della essenziale autonomia di giudizio e di azione del singolo giudicante.

«Vi è, allora, -si aggiunge nella nota dell’Agenda “sui tetti” e del “tavolo paritario”- da raccogliere il significato complessivo del 12 giugno, che, al netto della relativa incidenza possibile, rappresenta l’occasione di offrire un segnale pubblico verso l’eccessiva autoreferenzialità di troppa parte della magistratura, nonché per mettere in discussione un giustizialismo che è ancora troppo un sentimento diffuso nel Paese”.

“Dunque, -concludono- se questa autoreferenzialità di troppa parte della magistratura non é funzionale al bene comune, è auspicabile andare a votare domenica prossima, se non altro per compiere piccoli passi in senso opposto a questa deriva, approvando soprattutto i quesiti che introducono seppur parziali riforme in tale direzione, quali quello sull’integrazione dei collegi giudicanti, l’alternatività delle carriere e l’’abrogazione della “legge Severino”». “In ogni caso -aggiungono a completamento del messaggio finale- qualunque sia l’esito del referendum, si lancia un appello affinché il Parlamento ponga mano con decisione a strutturali riforme della giustizia, alcune delle quali suggerite dall’imminente consultazione”.

Proprio per questo nell’agenda “sui tetti” a proposito del 12 giugno (https://www.suitetti.org/giustizia/) si scrive che: “I referendum popolari proposti in tema di giustizia, al di là una serie di imprecisioni nella loro redazione, comunque segnalano l’esigenza di riforme non limitate a risvolti marginali”.